La fioritura dell’olivo, tra complessità e imprevedibilità
Italia Olivicola2023-08-23T14:38:46+00:00“Gli dèi prima o poi scompaiono, i templi prima o poi si svuotano e crollano, ma gli ulivi restano vivi e danno frutti.” (Enzo Bianchi)
Queste parole attestano una verità inconfutabile: la natura, con le sue regole e i tempi che detta, è semplicemente meravigliosa. A noi spetta solo il compito di rispettarla. È inevitabile, pertanto, rivolgere l’attenzione a uno dei numerosi momenti magici che la natura con costanza ci offre: la fioritura dell’olivo. La fioritura è poesia, è il momento in cui l’albero rinasce e si rimette all’opera rivestendosi di uno splendido manto bianco. Ma la fioritura è anche “economia”: la quantità di fiori che occupano la pianta infatti fornisce le prime indicazioni sulla produttività dell’annata seguente. La fioritura dell’olivo dipende da condizioni che si verificano già l’estate precedente, oltre che da fattori che agiscono nel periodo di ottobre-dicembre.
Luce, temperatura e nutrizione influenzano la fioritura in modi diversi. Proprio per questo risulta essere un momento tanto importante quanto delicato. Vediamo perché.
La fioritura è il momento in cui i fiori si schiudono per iniziare il processo di impollinazione, il quale darà a sua volta avvio all’allegagione (la trasformazione del fiore in frutto).
Fattori come la posizione delle gemme e dei germogli, la radiazione luminosa, il carico di frutti, il bilancio idrico, nonché la disponibilità di nutrienti, sono determinanti.
La fioritura è immediatamente preceduta dalla mignolatura, ossia la fase del ciclo vitale dell’olivo in cui si assiste alla comparsa dei germogli, raggruppati in infiorescenze a forma di grappolo, detti mignoli. Questa fase del ciclo vitale inizia a metà marzo. Di seguito, una serie di stimoli (luce, temperatura, nutrizione) consentirà la selezione di un certo numero di boccioli che, a loro volta, necessiteranno di ulteriori condizioni favorevoli per un secondo avvio del loro percorso di sviluppo, consentendo così alle gemme di sviluppare strutture fiorali.
Chiaramente fattori quali condizioni ambientali, stato nutrizionale, equilibrio ormonale della pianta stessa, influenzeranno entrambi gli stadi vegetativi e la stimolazione delle gemme. Ma vi sono pure altri fattori, apparentemente trascurabili, che influenzano il ciclo produttivo della pianta. Tra questi, l’altitudine.
Man mano che si sale di altitudine, il ciclo produttivo ritarda: la pianta inizia a vegetare più tardi, fiorisce più tardi, allega più tardi e matura più tardi.
Tempistiche a parte, le condizioni climatiche nel periodo di fioritura sono fondamentali per favorire una buona allegagione e, di conseguenza, una cospicua produzione.
La pioggia, che è un prezioso alleato nei mesi di marzo e aprile, diventa una minaccia durante la fioritura, specialmente quando i fiori sono appena sbocciati, in quanto incide su diffusione e vitalità del polline.
L’impollinazione, che è il passaggio chiave della trasformazione del fiore in frutto, è favorita da temperature comprese tra i 20 e i 25 gradi, accompagnata da una buona dose di vento.
Per una buona produzione, è fondamentale che tutte queste fasi vadano nel verso giusto. Inoltre, anche quando la produzione è buona, bisogna riuscire a salvaguardare i frutti fino al momento della raccolta. Ma la natura si sa, nasconde un lato imponderabile quanto imprevedibile.
Sarà sufficiente un breve ma intenso evento atmosferico, come una grandinata, a vanificare del tutto il lavoro di un anno. Non c’è dubbio, quello dell’agricoltore è il lavoro più difficile al mondo: tocca a ognuno di noi difenderlo e valorizzarlo.